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domenica 26 febbraio 2017

RECENSIONE: Il PIRATA COL PULCINO NEL TASCHINO di GIORDANO ALFONSO RICCI


Oggi vi presentiamo un libro pubblicato in self-publishing. La nostra Enrica ne è stata subito incuriosita a causa del suo titolo. Andiamo a scoprire cosa ne pensa...


TITOLO: IL PIRATA CON IL PULCINO NEL TASCHINO

AUTORE: GIORDANO ALFONSO RICCI

EDITORE: SELF PUBLISHING

GENERE: NARRATIVA CONTEPORANEA, EROTICO


Questa è la storia di G., un uomo come tanti alla ricerca del modo per affrancare il suo vissuto duro e oscuro. Il fallimento del suo matrimonio gli toglierà i pochi punti d’appoggio sui quali aveva tenuto in piedi la sua vita e decreterà la sua chiusura alle porte del cuore. Diventerà un moderno pirata a cavallo della sua moto nera. Ruberà e deprederà l’amore dovunque lo incontrerà, in una spirale erotica che lo ricaccerà nella lotta contro i suoi fantasmi più oscuri.
La sua vita apparentemente di successo è fatta di aride contraddizioni e della perpetua lotta tra bene e male.
Girerà ovunque portando con se un pulcino nella tasca della sua camicia nera. Combatterà l’amore per due donne: una proveniente dal suo passato e dal suo dolore e l’altra per la quale fabbrica rose di carta stagnola, ma che rappresenta la porta aperta del suo personale inferno.
E’ la storia di un uomo che si batte per capire la sua vera natura. Quale sarà? Quella del pirata che ruba l’amore o forse quella del lupo che si porta dentro? O forse nessuna di queste…perché lui è semplicemente G. : il pirata col pulcino nel taschino.


...e poi, navigando nel mare magnum delle pubblicazioni self, ti imbatti in una nave pirata, che ha issato bandiera nera e che ti sbatte di qua e di là testando la tua capacità di sopportare le turbolenze. Ma io non soffro il mal di mare, sono figlia di marinaio e il mare periodicamente ruggisce sotto la mia finestra, il mare calmo e piatto mi inquieta, il mare in tempesta mi dà energia. 
Per citare Karen Blixen: "La cura per ogni cosa è l'acqua salata: sudore, lacrime, o il Mare", e G. il protagonista di questa storia, dopo l'ennesimo fallimento sentimentale, decide di solcare i mari mascherato da pirata per rubare qualche attimo di oblio abbordando navi dalle quali saccheggerà tesori che poi, finito l'arrembaggio, lo lasceranno più vuoto e povero di prima.


 Ma G. non deve districarsi solamente tra i marosi, deve anche placare un drago che lo divora dentro, che gli ricorda il periodo in cui il lato umano ha dovuto lasciare il posto al lato oscuro, quando da ragazzo è stato chiamato a combattere una guerra non sua, quando gli orrori di cui è capace l'uomo gli hanno strappato l'anima per sempre, strappata ma non rubata, G. l'anima ce l'ha ancora, lacerata, maltrattata, ma ancora pronta a ricordargli che c'è qualcosa in grado di salvargliela. Una donna, direte voi, in ogni romanzo che si rispetti, dove c'è un uomo spezzato arriva una donna a ricostruirlo. 


Ma questo non è uno dei soliti romanzi: le donne ci sono, eccome, l'erotismo pure, potente, c'è anche la Donna, quella che G. vorrebbe forse conquistare con la sua sciabola da pirata, ma la attira a sè con rose di carta e poesie. 
E poi c'è quello in cui io ho sempre creduto: il potere salvifico, rigenerante, terapeutico della natura, perché è lì che G. trova la speranza di domare il drago, non di ucciderlo, perché certi draghi non moriranno mai, ma salvando la vita a un pulcino quasi spacciato con il suo calore, portandoselo nel taschino, guardando le fragole dal culo per vedere se sono appetibili, come fa con le sue donne, sedendosi ai piedi di un ulivo a chiacchierare con il vecchio fattore Osvaldo, curando gli animali, G. riesce a restare a galla.
Se deciderete di salire sulla nave del pirata, sappiate che non intraprenderete un viaggio ristoratore e rilassante, vi sembrerà di andare verso una precisa direzione, poi improvvisamente l'autore dà un colpo di timone e ti porta dalla parte opposta, poi avanti tutta fino all'ultima potente, inaspettata virata. 
Come sempre non racconto molto della trama, e ancora meno in questo singolare romanzo che si svela e si comprende completamente solo percorrendolo un passo alla volta.
Ho letto questo libro in un momento in cui dovevo interrompere spesso la lettura per diversi impegni, ma quando lo lasciavo, G. in qualsiasi forma si palesasse ( fosse il pirata all'arrembaggio o il lupo che tentava di azzannare il drago, o semplicemente G. che faceva origami, scriveva poesie, dava lezioni di vita all'università, lavorava nello studio con gli amici fraterni) mi seguiva, e questo è decisamente un buon segno, perché a prescindere da come sia scritto il libro, dallo stile narrativo, dalla trama, dall'ambientazione, se un libro ti segue anche quando è chiuso, significa che ti ha catturato, magari non sai spiegare il perché, ma che importa, sai solo che devi tornare ad aprirlo. 


Io qualche perché lo so, so che Ricci ha infilato, tra le altre, un paio di citazioni che mi hanno fatto vacillare, una soprattutto: una frase di "Incontro d'amore in un paese in guerra" di Luis Sepulveda, uno dei miei libri dell'anima, e dopo, lo dico per correttezza, non sono più stata obiettiva, dopo quella citazione gli ho pure perdonato una battuta sulle quarantenni che sbavano guardando i manzi mentre si sfiniscono in palestra per rassodare la struttura, non perché io mi sia sentita chiamata in causa in quanto frequentatrice di palestre (io il culo lo rassodo scalando montagne e percorrendo sentieri a picco sul mare, Ricci!!!), ma in quanto quarantenne che sbava guardando i manzi. Scherzi a parte, ho apprezzato lo stile molto maschile, ma non maschilista, dell'autore che mi ha accompagnato nelle turbolenze di questo mare in tempesta fino all'ultima onda dimostrando una sensibilità e profondità rare, che spesso non ho trovato tra le righe scritte dalle donne.



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